Contratti di Affitto con Riscatto
17 nov 2014
Il nuovo contratto rent to buy, disciplinato dal decreto Sblocca Italia agli artt. 21 e 23, concede il diritto del conduttore di acquistare la proprietà di un immobile, tenendo conto, in tutto o in parte, dei canoni versati.
Questo tipo di contratto consente di sopperire alla carenza di liquidità dei potenziali acquirenti e consente al venditore di “finanziare” l’acquisto, accettando di percepire il prezzo a rate e con la garanzia della proprietà per tutto il periodo in cui il conduttore ha il godimento dell’immobile e fino a quando tutti i canoni non saranno pagati.
Questo tipo di contratto consente di sopperire alla carenza di liquidità dei potenziali acquirenti e consente al venditore di “finanziare” l’acquisto, accettando di percepire il prezzo a rate e con la garanzia della proprietà per tutto il periodo in cui il conduttore ha il godimento dell’immobile e fino a quando tutti i canoni non saranno pagati.
Il contratto può essere stipulato tra soggetti privati, imprese o società di qualunque tipo o enti diversi dalle società e può avere come oggetto sia fabbricati abitativi o strumentali che terreni.
La forma del contratto è libera, anche se è preferibile optare per l’atto pubblico o la scrittura privata autenticata, che consente la trascrizione nei registri immobiliari. Latrascrizione nei registri immobiliari, infatti, rappresenta una forte tutela per il conduttore-futuro acquirente, che si protegge così dalle possibili disavventure che potrebbero accadere in capo al locatore prima del passaggio definitivo della proprietà.
La forma del contratto è libera, anche se è preferibile optare per l’atto pubblico o la scrittura privata autenticata, che consente la trascrizione nei registri immobiliari. Latrascrizione nei registri immobiliari, infatti, rappresenta una forte tutela per il conduttore-futuro acquirente, che si protegge così dalle possibili disavventure che potrebbero accadere in capo al locatore prima del passaggio definitivo della proprietà.
Il contratto si risolve in caso di mancato pagamento, anche non consecutivo, di un numero minimo di canoni, determinato dalle parti, e comunque non inferiore a un ventesimo del loro numero complessivo. FONTE QuiFinanza
Imu
e Tasi addio, dal 2015 arriva la tassa unica.
31 ott 2014
Si chiamerà Local Tax e varrà 31
miliardi di euro. Annunciata precedentemente nell’ambito della
semplificazione, la tassa unica sulla casa arriverebbe in
sostituzione della miriade di tasse e tributi imposti dai Comuni.
La nuova tassa è stata
presentata all’ Anci , l’associazione dei comuni italiani presieduta da Piero
Fassino, durante un incontro con il Governo volto a dimostrare la nuova
prospettiva fiscale locale sulla casa.
La local tax, che racchiude
in una unica soluzione, tutta la serie di balzelli che gravano sulla casa,
avrebbe il potere di portare oltre 31 miliardi di euro nelle casse di oltre
8000 comuni.
A conti fatti, la local tax
comprenderebbe tutte le tasse sulla casa, ovvero Imu e Tasi, la
tassa sull’asporto rifiuti, l’addizionale comunale Irpef , l’imposta sulla
pubblicità, la tassa sull’occupazione degli spazi e aree pubbliche , l’imposta
di soggiorno e l’imposta di scopo. Da Attico.it
È Milano la città più smart d’Italia. Sul podio con
Bologna e Firenze
31 set 2014
Milano, Bologna e Firenze le
città più smart d’Italia: lo dicono i risultati di ICity Rate
2014 presentati a Smart City Exhibition, la manifestazione europea sulle
tematiche dell’innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti.
Analizzando 106 Comuni capoluogo sulla base di sei
dimensioni: economy, living, environment, people, mobility e governance.
Sono le città metropolitane del
Centro-Nord a vincere quest’anno la sfida del cambiamento e a conquistare
la testa della classifica: Milano con 623 punti è
prima eguadagna due posizioni rispetto al 2013; seconda a breve distanza
si riconferma Bologna (610 punti), al terzo posto si
colloca Firenze(558 punti), con un balzo in avanti di quattro posizioni.
In forte crescita anche Venezia, chepassa dal 10° al 6° posto
e Roma che guadagna 11 posizioni, dal 23° al 12° nel 2014.
Rispetto al 2013
risulta ancora più evidente il divario tra le città del Nord e quelle del
Sud e delle Isole, con una graduatoria praticamente spaccata in due. La
migliore tra le realtà del Mezzogiorno è Cagliari, che si ferma al
60° posto. Seguono Pescara al62° e L’Aquila al64°, che
insieme a Bari e Sassari costituiscono la fascia più avanzata del Mezzogiorno.
Storicamente capitale finanziaria
del paese e principale hub italiano delle sempre più importanti relazioni
globali, Milano conquista la vetta della classifica generale con
ottime performance praticamente in tutte le dimensioni: è prima
in economy e living(che comprende i fattori relativi alla
vivibilità e vitalità urbana), seconda nella
dimensione people (qualità del capitale umano e sociale) e terza in mobility (accessibilità
e mobilità).
Bologna ottiene il secondo
posto con uno scarto molto ridotto e difende la sua tradizione in termini
di vivibilità: resta prima ad esempio nella cura dell’infanzia e registra
punteggi molto elevati nell’assistenza ospedaliera, nell’assistenza domiciliare
agli anziani (11,2% della popolazione over 65 trattata in assistenza
domiciliare contro una media nazionale del 4,12%) oltre che nella coesione
sociale, grazie alla modesta quota di popolazione in condizione di povertà
relativa.Contribuiscono al secondo posto le buone performance in termini di
mobilità e governance.
Firenze conquista la terza
posizionegrazie in particolare all’ottima performance in termini
digovernance e una forte capacità di adeguarsi ai cambiamenti. Molto buoni
i risultati anche dal punto di vista della qualità del capitale umano e sociale
(people), della vivibilità (living), e in termini economici (economy).
LE SEI DIMENSIONI
ECONOMY: In un paese provato da
sei anni di crisi, Milano conferma il proprio primato nella graduatoria economy
ponendosi come punto di riferimento per le strategia di ripresa. Bologna
conquista una seconda posizione, a conferma di una struttura produttiva
equilibrata oltre che dinamica. Roma si colloca al terzo posto.
LIVING: Milano prevale su
Bologna e Trieste grazie soprattutto agli indicatori della componente smart
(dal valore dell’export di prodotti delle attività artistiche, culturali e di
intrattenimento alla velocità media di download delle connessioni consumer). La
vivibilità, intesa come sicurezza personale e sicurezza e coesione sociale è
invece più elevata in realtà piccole come Sondrio o intermedie come
Trieste e Parma.
Pescara (54^) è la prima città
del Mezzogiorno.
ENVIRONMENT: In termini
di environment si ridimensionano molto le performance delle grandi
città, nettamente superate dai centri piccoli e medio
piccoli. Trento si conferma prima, seguita da Belluno e Matera, prima
città del Mezzogiorno.
MOBILITY: Venezia prevale
nella dimensioni mobility grazie ai risultati standard, a cominciare
dalla ‘propensione alla mobilità collettiva’ (707 passeggeri annui del
trasporto pubblico locale per abitante contro una media dei comuni capoluogo di
189), sia di accessibilità che di mobilità interna, ma anche a quelli smart.
Seguono Bologna e Milano.
PEOPLE: Ravenna, forte dei
massimi punteggi in fattori standard come la ‘partecipazione a spettacoli’
(1.994 ingressi registrati dalla SIAE ogni 100 residenti contro una media
nazionale di 394) e ‘ l’equilibrio di genere nei tassi di occupazione ’ (il
rapporto tra tasso femminile e tasso maschile è pari a 0,85 contro una media
nazionale di 0,72), riesce a precedere l’élite delle città metropolitane
(Milano, Firenze e Bologna) nella dimensione people.
GOVERNANCE: Le città
metropolitane Firenze, Torino e Bologna conquistano la
testa della graduatoria governance. Il capoluogo toscano prevale
soprattutto grazie al maggiore equilibrio tra la componente standard e
quella smart, ottenendo il punteggio assoluto più elevato per numerosità
dei dataset liberati (oltre 100 per ciascuno dei tre livelli istituzionali
considerati), gamma di strumenti di comunicazione e di rendicontazione sociale
attivati dall’amministrazione comunale nonché piazzamenti notevoli nelle
graduatorie per intensità dei followers su twitter (dove è seconda con 7,16
followers per 100 residenti preceduta solo da Torino che ne ha 9,25) e
propensione all’associazionismo. La prima città del Mezzogiorno (Cagliari) è
50^.
La performance di Milano nel
contesto nazionale si ridimensiona fortemente se si amplia lo sguardo al
confine europeo. Nei principali ranking internazionali la metropoli lombarda è
ancora molto lontana dalle performance delle global cities Londra e Parigi e
comunque indietro rispetto ai principali poli urbani del continente
(Amsterdam, Berlino, Brussels, Francoforte, Madrid, Stoccolma, Vienna,
Zurigo). Da
Attico.it
CASA
B&B: una forma alternativa di investimento immobiliare
30 ago 2014
Negli ultimi anni il B&B è
stato scelto da numerosi turisti per soggiornare durante le vacanze e non solo.
Nel 2012 l’Istat segnalava un
aumento del numero delle strutture extralberghiere in Italia, in particolare di
B&B (+5,8%).
Un’analisi del portale “Bed and
Breakfast” ha constatato che nel 2014 il 60% dei viaggiatori che ha scelto un B&B
viaggiava con la famiglia, al secondo posto con il 44% ci sono coloro che fanno
un “viaggio romantico”, a seguire con il 39% coloro che viaggia con amici
e il 30% fa un viaggio culturale. Il 22% della clientela lo sceglie come
formula per spostamenti con fini non ricreativi.
Con questo scenario è
immaginabile che in città ad alta attrazione turistica e in località turistiche
c’è chi ha deciso di investire sul mattone con la finalità di avviare un
B&B. Roma e Firenze sono quelle in cui si registra un discreto interesse
per questo tipo di acquisto.
A Milano, in arrivo dell’Expo,
c’è chi si sta attivando in tal senso. In questo caso si cercano abitazioni in
zone vicino a luoghi di interesse turistico oppure ben collegati con essi.
Si valutano sia immobili in
affitto sia in acquisto, quelli situati ai piani bassi sono preferiti così come
piacciono gli stabili con ascensore. In genere ci si orienta verso abitazioni
già destinate a questo uso con almeno 4 stanze, ognuna con bagno annesso.
Meglio ancora se l’immobile ha la vista panoramica. In genere, l’imprenditore
che cerca o in affitto o in acquisto svolge già in questo tipo di attività
(possiede già altre strutture) e, nel caso dell’acquisto, ricorre soprattutto a
capitale proprio.
Da immobilnews.it
Gestione
contabile, condòmino più tutelato
29 lug 2014
La legge di riforma del
condominio ha espressamente previsto la possibilità, da parte dei
condòmini, di prendere visione dei documenti giustificativi di spesa
in possesso dell’amministratore di condominio, e ciò in ogni tempo, nonché di
estrarne copia.
La stessa legge ha inoltre
imposto, recependo prassi e giurisprudenza consolidate, l’apertura di
un conto corrente condominiale.
Questa valorizzazione delle
possibilità dei condòmini di essere informati sulla gestione contabile
del condominio è stata sottolineata dalla Confedilizia, la quale
ha evidenziato come siano diverse le disposizioni contenute nell’attuale
normativa sul condominio che hanno l’evidente scopo di rendere il più
possibile trasparente l’amministrazione dei beni comuni.
In questo senso – ha osservato la
Confedilizia – va anche, infatti, la previsione in base alla quale ciascun
condòmino ha, per il tramite dell’amministratore, la possibilità di
prendere visione ed estrarre copia, a proprie spese, della rendicontazione
periodica del conto corrente bancario, nonché la norma che impone a chi
amministra difornire al condòmino che ne faccia richiesta attestazione relativa
allo stato dei pagamenti degli oneri condominiali e delle eventuali liti
in corso.
Sempre improntata
alla trasparenza è pure la disposizione che individua compiutamente
il contenuto del rendiconto condominiale.
Così come vanno nella medesima
direzione le norme che si occupano di disciplinare la possibile nomina di
un revisore che verifichi la contabilità del condominio.
In sostanza, i condòmini hanno,
allo stato, tutti i mezzi necessari per avere un quadro chiaro e preciso
della situazione contabile del proprio condominio. Il che non può che
rappresentare un vantaggio anche per gli amministratori che svolgendo la
propria attività in tutta trasparenza non potranno che consolidare il
rapporto di fiducia con i proprietari delle unità immobiliari site negli
edifici che amministrano.
In Italia
scoppia la moda del tetto verde
28
giu 2014
Si
chiamano roof gardens (letteralmente giardini sul tetto) e
sono la nuova moda del decoro immobiliare che anche in Italia sta prendendo
piede favorita di certo, ma non solo, dalle agevolazioni fiscali che salvo
colpi di scena dell’ultimo minuto saranno riconfermate fino al dicembre del
2015 e, ovviamente, saranno applicabili anche a questo particolare tipo di
intervento.
Tecnicamente
si definisce roof garden un qualunque intervento che modifichi
il tetto degli edifici trasformandone la copertura abituale in una green,
dotata cioè di vegetazione reale. Al di là degli evidenti benefici estetici che
comporta il coprire la guaina nera isolante con prati e alberi, esistono
un’altra serie di vantaggi non trascurabili che genera il mettere in cima al
palazzo uno spazio verde sufficientemente ampio.
Il
primo e più evidente di tutti è quello che consente una migliore gestione
della temperatura.
Inserire
una bolla verde, come la definiscono i tecnici, sul tetto del palazzo, consente
di abbassare la temperatura degli appartamenti di circa 3-4 gradi
centigradi nei mesi estivi; al di là dell’immediato vantaggio termico
percepito, questo si traduce anche in un minore utilizzo degli impianti di
condizionamento artificiale e, in sintesi, di una riduzione dei costi
sopportati dagli inquilini per pagare le bollette elettriche.
Chiaro
anche il vantaggio che un roof garden genera in termini di isolamento
acustico, ma non bisogna trascurare neanche il fatto che la presenza di un
giardino in cima al palazzo consente di drenare in modo più naturale le
abbondanti acque piovane e, come precisato in un interessante articolo apparso
sul sito de Il Sole 24 Ore a firma di Michela Finizio,
regolarne il deflusso, così da evitare gli ormai sempre più frequenti
allagamenti delle strade cittadine.
Oltre
ad essere un naturale produttore, o meglio depuratore di aria, dato che
trattiene le polveri trasportate trasformandole in gas utili grazie al
processo di fotosintesi, quello sul tetto del palazzo in cui si vive può
diventare anche una sorta di piccolo orto o frutteto in grado di
produrre cibo per i residenti.
In
questo modo non solo si applica alla massima potenza la filosofia
del chilometro zero, ma alla lunga si riesce anche a garantire un
risparmio economico sulla spesa alimentare delle famiglie che vivono nel
palazzo. Opportunamente attrezzato, il roof garden può trasformarsi anche in
area ricreativa e, se portato alla sua massima espressione, può persino
diventare un’area attrezzata per ospitare animali difficilmente presenti
nei palazzi, come alcune specie di uccelli o altri migratori.
Ma
quanto costa realizzare un giardino sul tetto? Non tantissimo in realtà; si va
dagli 80 ai 140 euro per metro quadrato, con prezzi che si sono
mantenuti sostanzialmente stabili negli ultimi anni e che sono definiti
principalmente dal tipo di intervento che si vuole realizzare e dalla
complessità o dimensione dell’intervento stesso.
Va
riconosciuto che, al di là della moda e dell’estetica, una grossa spinta alla
diffusione dei roof garden anche in Italia potrebbe essere ricondotta
agli sgravi fiscali che vengono riconosciuti a chi decide di creare
un giardino sul tetto. Anche questo genere di intervento, viene inserito fra le
attività di riqualificazione energetica degli immobili e, come tale, è fra
quelli per i quali lo Stato riconosce una defiscalizzazione pari al 65%,
provvedimento che, salvo imprevisti o inaspettati rovesci di fronte, dovrebbe
essere riconfermato ancora fino alla fine di dicembre 2015; attenzione però,
per godere di questi benefici fiscali bisogna che il roof garden abbia
caratteristiche ben precise, definite già in fase progettuale e che variano a
seconda del tipo di copertura green scelta. Non rientrano invece negli
interventi che godono della defiscalizzazione del 65% quelli legati al verde
verticale, quello cioè, che viene realizzato lungo le pareti e non sul lastrico
solare. Di Andrea Polo
Si chiamano roof gardens (letteralmente giardini sul tetto) e sono la nuova moda del decoro immobiliare che anche in Italia sta prendendo piede favorita di certo, ma non solo, dalle agevolazioni fiscali che salvo colpi di scena dell’ultimo minuto saranno riconfermate fino al dicembre del 2015 e, ovviamente, saranno applicabili anche a questo particolare tipo di intervento.
Bonus ed edilizia nella Legge di
Stabilità
28 mag 2014
Per il momento ci dobbiamo basare
su quelli che sono i rumors di stampa e le anticipazioni più o meno ufficiali.
Ma stando a queste, sembra che nella recente legge di stabilità siano presenti
un buon numero di voci rigurdanti il mondo immobiliare.
Partiamo
da quello che è sicuramente molto importante per le tasche degli Italiani: l'Ecobonus.
Altra
voce importate riguarda la durata della maxi detrazione pari al 50%, che fino a
tutto il 2015 consentirà di risparmiare a chiunque attivi interventi di
ristrutturazione.
A
cominciare dal primo gennaio 2016, l'agevolazione scenderà alla quota base del
36%. Invariato anche il tetto di spesa a 96mila euro, sempre entro fine 2015,
con dimezzamento completo dal primo gennaio successivo.
Come già anticipato nel corso
della presentazione del decreto Sblocca Italia, l'Ecobonus dovrebbe trovare
spazio nella finanziaria 2015.
Sembra, infatti, che saranno
confermate e prorogate le agevolazioni Irpef, che passano dal 55% al 65% sulla
riqualificazione energetica degli edifici, che poi, svanirà nel 2016, invece di
scendere progressivamente.
Altro punto importante è quello
che riguarda i condomini. Riferendosi ai “bonus energia e ristrutturazioni”, la legge di stabilità
prevede che interventi finalizzati a ridurre i consumi energetici in parti
comuni di edifici, oppure con destinatari tutti gli appartamenti della
struttura, siano sottoposti fino alla fine del 2015 alla detrazione pari al
65%: un incremento di valore, per un'abbreviazione di tempo.
Il bonus, infatti, sarebbe dovuto
arrivare al giugno 2016 fino al 50%, e invece rimarrà al top ma solo fino a
dicembre 2015». Di Pierpaolo Molinengo
Per il momento ci dobbiamo basare su quelli che sono i rumors di stampa e le anticipazioni più o meno ufficiali. Ma stando a queste, sembra che nella recente legge di stabilità siano presenti un buon numero di voci rigurdanti il mondo immobiliare.
Investimenti
immobiliari non residenziali in italia, nel terzo trimestre +16%
27 apr 2014
Lo studio di CBRE ha sottolineato
che gli investimenti immobiliari non residenziali in italia, tra aprile e
giugno, hanno superato il miliardo di euro, che i volumi sono aumentati per il
terzo trimestre consecutivo e che l'interesse da parte degli investitori non
sembra diminuito, tutto questo nonostante i timori di una nuova recessione
economica per il paese e il posticipo al 2016 dell'inizio della ripresa.
Lo studio ha anche mostrato che
il volume degli investimenti nei primi nove mesi del 2014 si è attestato a
circa 2,7 miliardi euro, il 7% in meno rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno, un fatto determinato dalla lentezza nel perfezionare gli
investimenti e da una carenza di prodotto che riduce la possibilità di
acquisire asset di grandi dimensioni.
In merito alla distribuzione
settoriale degli investimenti, nei primi nove mesi dell'anno il settore retail,
con quasi il 50% del totale, si conferma il più attraente pur perdendo qualche
posizione rispetto al settore uffici che segue con il 30% del totale investito.
Le agevolazioni per chi acquista
una casa e l'affitta
27 mar 2014
Le agevolazioni per chi acquista una casa e l'affitta
27 mar 2014
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